La boa sarda di mezzogiorno

Eccoci al giro di boa, nel nostro mondo all’interno del quale il tempo scorre secondo i ritmi preziosiani, il 21 Agosto, partita d’andata, ci sembra una vita fa.
In porta avevamo Lamanna, e purtroppo per il povero Perin, la sua presenza sarà confermata.
Avevamo il famoso 3-4-3 asimmetrico, studiato per provare a inserire Pandev, con tutta la fascia destra, e relativi dubbi al riguardo, lasciata libera per Lazovic, ed oggi ci troviamo un giocatore completamente recuperato, un punto di forza sul quale le avversarie cominciano a studiare contromisure, ma non è quello che ci saremmo aspettati, il macedone infatti non è mai riuscito a dare reali segni di risveglio.

Il meccanismo però è rimasto, indossato da Rigoni, che invece, in quella partita coi sardi, udite udite, partì dalla panchina, con polemica esultanza verso l’allenatore al momento del goal da subentrante, e colpo di scena di un amore sbocciato all’improvviso.
Non abbiamo più Pavoloso, ora Pavolè, e nemmeno el General Rincon, ingenerosamente degradato a Disertor da alcuni, e Ntcham, che risolse quella partita con un gran tiro da fuori aiutato dalla buona sorte, è disperso tra guida senza patente, orrende meches alla barbetta, apparizioni in campo in stile Balotelli, strali pubblici dell’allenatore, biglietto aereo di sola andata per Manchester strappato all’ultimo secondo per l’emergenza centrocampo.
Anche Gentiletti, scelto per la buona tecnica in fase di avvio della manovra, è ormai nascosto tra i meandri della panchina, al suo posto c’è un Munoz di ben altra reattività muscolare, quando sta bene.
Abbiamo anche un Giovanni Simeone cresciuto molto, non solo buono per l’area di rigore ma capace anche di dare profondità alla squadra, basta non chiedergli di fare a sportellate sui palloni alti, isolato e schiena alla porta avversaria.
E mentre Ocampos è rimasto più o meno lo stesso, croce e talvolta delizia, sul punto di indovinare la giocata che fa crollare lo stadio sembra sempre fallirla per un’inezia, un tocco di troppo, una botta di sfiga, ma a questo abbina un’abnegazione e una fisicità anche in ripiegamento che non lo rendono un flop, ecco che abbiamo scoperto Ninkovic, un virgulto di grande tecnica, che stiamo annaffiando piano piano, ogni tanto lo rimettiamo in serra per non fargli prendere freddo, ogni tanto cerchiamo di stimolarlo con qualche accorgimento per vedere se accelera la crescita, ma siamo tutti speranzosi.
Assente Veloso speriamo che Cataldi, un gentile cadeau di Lotito, venga subito buttato nella mischia, il terrore però, anche se va detto che in una trasferta da non perdere come quella che ci attende sarebbe capibile, è che questo comporti uno stabile nuovo avanzamento di Rigoni.
Sì perché il nostro tecnico ha tenuto a precisare che una formazione con due centrocampisti diga, più Ocampos, Ninkovic, Lazovic, e Simeone, cioè due ali, una mezza punta e una punta, è troppo offensiva, e pensare che Bearzot con Altobelli, Rossi, Antognoni, Bruno Conti, più Tardelli e Cabrini che salivano come pazzi, era considerato un catenacciaro indegno, e chissà cosa Juric pensava della Jugoslavia con Stojkovic, Savicevic, Prosinecki, Boban, Mijatovic, Mihajlovic e via discorrendo.
Già, Juric, diciamolo piano, che non ci sentano, ma nonostante una classifica al riparo da ogni rischio grazie a squadre indegne che viaggiano alla media di mezzo punto a partita, nelle ultime 9 giornate, grazie anche al jolly Juventus pescato dal mazzo del calendario, ha realizzato 5 punti, due in meno del Crotone: certo l’organizzazione di gioco c’è, abbiamo anche perso punti immeritatamente, ma c’è comunque una difficoltà di fondo nell’andare a rete, altro che formazione troppo offensiva, siamo in rosso nel bilancio goal fatti e subiti, e si è anche registrata una certa pervicacia su modulo e impiego di alcuni giocatori, insomma, sempre fiducia ma di valore aggiunto manco a parlarne.
E dalla parte sarda?
Il Cagliari era accreditato, in estate, come l’unica squadra tra le neopromosse che aveva operato in modo da stabilirsi lontano dalle secche di classifica, e sul piano strettamente numerico, la graduatoria dice esattamente questo.
Ciononostante non sono mancati forti momenti di tensione nel corso della stagione.
Contestazione della curva nei confronti della squadra, Rastelli sempre in bilico e con qualche polemica di troppo nei confronti di alcuni senatori dello spogliatoio, e grande amarezza della proprietà nei confronti dell’ambiente tutto.
Al momento tutto ha partorito solo il topolino dell’allontamento del portiere Storari, giudicato a furor di popolo come il principale colpevole di una difesa colabrodo, 43 goal subiti sono per notevole distacco la peggior performance della serie A.
In realtà credo che ci siano anche altre cause, una non eccelsa qualità media di un reparto incentrato sulla grande esperienza di Bruno Alves, squalificato contro di noi, un allenatore che non appare proprio una cima, e un assetto discretamente a trazione anteriore, chi si lamenta di Veloso pensi a cosa significhi giocare con Di Gennaro perno centrale, assetto che non si è giovato del grande apporto che ci si attendeva da due pedine sulla carta molto importanti come Padoin, e soprattutto Isla, il più deficitario come rendimento.
Rispetto all’andata quindi tra i pali vedremo l’ex veronese Rafael, Isla non è più così sicuro del posto, e a centrocampo si è riappropriato del ruolo da titolare Dessena, all’epoca reduce da un grave infortunio.
Anche dal punto di vista tattico è stata abbandonata l’idea del 3-5-2 col quale di sono presentati al Ferraris, si sono affidati al più collaudato, dai tempi della B, 4-3-1-2.
Come sostituto di Bruno Alves dovremmo vedere la pertica polacca Salomon, a fianco di Ceppitelli, mentre per gli esterni si è fatto strada il jolly Pisacane, impiegato un po’ in tutti i ruoli, ultimamente schierato terzino sinistro, nonostante sia di piede destro, in concorrenza quindi sia col mancino Murru che col già citato Isla, che dovrebbe comunque giocare.
In mezzo, attorno al regista basso Di Gennaro, assente Ionita, ci sarà Dessena, con Padoin che, ancora in dubbio, dovrebbe completare il trio, in preallarme comunque il giovane Barella, buono anche per giocare più avanzato.
Davanti dovrebbe essere praticamente certo Marco Borriello, con Sau favorito, e Joao Pedro a fare da collegamento tra le linee, ma attenzione anche a Farias, altro elemento brevilineo e scattante, in competizione per entrambi i posti d’attacco vicino al nostro ex centravanti.
Che dire ancora, in casa han perso da Fiorentina e Napoli ma han fatto 19 dei loro 23 punti complessivi, superfluo poi ricordare di come quel campo ci sia indigesto, e a proposito di pranzo, ho appena scoperto che giocheremo alle 12.30, a quell’ora noi siamo già andati a dormire a Bergamo, loro invece han perso a Bologna e preso 5 pappine in casa dal Napoli, sarebbe forse meglio non scendere in campo per protesta contro il calcio moderno, ale’ Grifone!

contributo di Grifondoro70 pubblicato su grifoni.org in data 12/01/2017 in occasione di Cagliari-Genoa